Parole Opache



pa|rò|la
s.f. 1 Insieme organico di suoni o di segni grafici con cui l'uomo riesce, parlando o scrivendo, a comunicare dei contenuti mentali. 2 (spec. al pl.) Termine o vocabolo, in quanto elemento costitutivo di un discorso o di un ragionamento.

o|pà|co
agg. 1 Di corpo, che non si lascia attraversare dalla luce: vetro o. | fis. di corpo che, rinviando o assorbendo completamente tutte le radiazioni luminose che riceve, ha coefficiente di trasparenza nullo. 2 Privo di lucentezza, di luminosità: vernice, carta opaca, colori opachi, tinte opache, non brillanti; pelle, incarnato o., pallido, dal colorito malsano. 3a fig. Di luce poco intensa, fioca, velata | di suono che manca di limpidezza, acutezza, vivacità: gli parlò con voce opaca 3b Che manca di vivacità, di intelligenza: sguardo o. 4 lett. Soffuso di foschia, caliginoso | che ha i contorni incerti e confusi, sfocato. 5 Di qcn., gretto, meschino | di qcs., insignificante, monotono; desolato, squallido. 6 Che si trova in penombra, ombroso: il rugghio ... fra gli opachi e intricati boschi (Leopardi); buio, privo di luce: il bue rumina nelle opache stalle | la sua laboriosa lupinella (Pascoli). 7 lett. Nell’analisi di un testo, di parola o frase in cui, incidentalmente o volutamente, il rapporto con il concetto preso in considerazione non è immediatamente comprensibile

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