Pre Scriptum

«Quello che dico è vero, quello che non dico lo è altrettanto. Ma quello che invento lo è molto di più»  ("Paulette et Roger" - Daniel Picouly, 2002)


Ok, lo ammetto: l'idea non è certamente tra le più originali. Oltretutto non è neppure farina del mio sacco, anzi, in tutta onestà, è venuta solo dopo aver letto "31 Songs" di Nick Hornby(Guanda, 2003), un libro che al di là del titolo esplicito, non è neppure un granchè. Eppure, quello che mi ha veramente folgorato (e stimolato ad elaborare queste pagine) è stata la breve frase con la quale Horby conclude la presentazione nell'ultima pagina di copertina: «Basterebbero qualche centinaio di cose come questa per rendere la vita degna di essere vissuta». Perbacco - ho pensato - questa è una di quelle affermazione con la quale non si può far altro che riconoscersi totalmente!

Ovviamente - trattandosi di Hornby - le "cose" non sono altro che una manciata di canzoni stipate dentro un vecchio nastro e pronte per essere ascoltate in macchina, con il solo scopo di fare da intreccio tra musica e ricordi. Perchè (ammettiamolo!) l'elogio di un giro di accordi al pianoforte o la rievocazione di un riff di chitarra spesso cedono il passo alle nostre nostalgie, agli aneddoti divertenti e ai piccoli ritagli della vita quotidiana di tutti noi. Nessuno escluso.
Sono l'album senza foto della nostra memoria prossima o remota che sia, dove l'ascolto di una vecchia canzone ci sorprende a sorridere per quello che ci rievoca, sopraffatti dal profumo del suo passato. Sia ben chiaro: nulla a che vedere con la nostalgia, nè con il gusto personale (che sovente muta nel corso degli anni) ma più semplicemente con qualcosa che va ben oltre il tempo e le mode.  Un semplice pretesto, insomma. Si, un pretesto banale per iniziare una cavalcata sull'onda dei flashback, così come per Proust era stato il sentiero di biancospino che portava al giardino di suo zio e che diventò il simbolo della sua innocenza perduta.

Su una cosa, però, sarete d'accordo: la musica, così come il cinema, la letteratura o la pittura, sono gli ingredienti essenziali di quelle arti che riescono magicamente a dare voce a noi stessi e che toccano quei sentimenti minori di cui è composta una giornata qualsiasi, una settimana, un anno e quindi una intera vita. Per alcuni è solo rock and roll (but I like it). Per altri,  invece... 

«my life was saved by rock'n'roll. Because it was that kind of music that, for the very first time in my life, gave me a feeling of identity, the feeling that I had aright to enjoy, to imagine, and to do something. Had it not been for rock'n'roll, I might be a lawyer now». 

Per voi, invece, cos'è?


© paroleopache

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